Cinque buone abitudini da cominciare a settembre
È il mese della passione e della vendemmia. Le giornate si accorciano, la calura si stempera. Nell’aria si sentono, portati dal vento, i profumi del limone e della terra bagnata, ma anche quelli dell’uva, dei fichi e delle castagne. Odori d’autunno, deliziosi e freschi, che mettono di buon umore e fanno rivivere nello spirito la creatività e la voglia dei grandi progetti. Sarà pure perché cominciano le scuole, ma è settembre (e non altri) il vero mese del cambiamento e della rinascita.
È così che io vivo questi giorni di fine estate, con il cuore leggero e un’indicibile energia che si propaga in ogni molecola del mio corpo. E credo che molti freelancer, come me, provino le stesse sensazioni.
Quale occasione migliore, dunque, per mettere in cantiere una serie di buone abitudini da coltivare nel corso dell’anno?
Ovviamente, parliamo di marketing. Parliamo cioè di come migliorare la nostra reputazione e avere sul mercato un posizionamento più efficace. La buona notizia è che per avere un posizionamento più efficace non serve essere i primi della classe. Non è che si acquisiscono buoni clienti solo se sei un leader di mercato.
In quest’articolo esploriamo 5 abitudini che sono fondamentali per aiutare i freelancer a tutelare e a far crescere efficacemente la loro reputazione. Vediamo di cosa si tratta.
1. Prima buona abitudine: il blog
Il blog dovrebbe essere al centro di ogni tua strategia di marketing. È il luogo dove le persone arrivano dai risultati di ricerca o dai social media per vedere chi sei, cosa fai e quali contenuti interessanti hai da offrire.
Un freelancer senza blog è come uno sparviero senza ali, invisibile e muto. E qualunque sia il tuo talento, il tuo valore, il tuo messaggio per il mondo, il mercato lì fuori semplicemente non ne sa nulla.
Il web design non serve solo saperlo fare, occorre anche farlo sapere.
Settembre è un buon mese per prendere questa nuova abitudine. Crea il tuo blog e scrivi con una certa frequenza. E se non riesci a essere costante (per mancanza di tempo o per altre ragioni), prova almeno a scrivere di tanto in tanto per uno o più blog di settore. In questo modo, non hai propriamente le responsabilità editoriali di un blogger (niente stress), ma puoi prenderti ciò che di bello offre il blogging, e cioè la visibilità di un buon articolo che faccia parlare di te.
Condividi le tue opinioni, le tue conoscenze, regala al mondo le tue idee. E vedrai che il mondo saprà essere con te molto più generoso di quello che tu possa aspettarti.
PS: Your Inspiration Web sta rinnovando la sua linea editoriale e, tra le altre cose, è in cerca di validi articolisti da inserire nella propria redazione. Se pensi di scrivere bene e di avere dei buoni contenuti da condividere con i nostri lettori, e se ti piace l’idea di pubblicare sul nostro blog, contattaci. Mandaci qualcosa di tuo da leggere. Valuteremo la tua candidatura e ti faremo sapere molto presto se e quando cominciare.
2. Seconda buona abitudine: la rete
Si dice che non ci siano persone a cui non si possa arrivare attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. È la teoria dei sei gradi di separazione proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy in un racconto breve intitolato Catene.
Non so dire se sia vero sempre e in tutti i casi. Ci sono stati degli esperimenti che l’hanno validata. Ma sta di fatto che la teoria funziona a patto che tutti quelli del primo livello (le conoscenze più vicine) sappiano esattamente chi siamo e di cosa ci occupiamo.
Dunque, siamo sicuri che almeno il primo grado delle nostre conoscenze abbia su di noi le giuste informazioni?
Durante le vacanze di agosto, in una sagra di paese, vicino a una bancarella di monili, ho incontrato un mio vecchio amico e compagno di scuola al liceo. Ci siamo abbracciati e abbiamo parlato per un po’ delle famiglie, dei figli e di qualche aneddoto legato ai meravigliosi anni della nostra giovinezza. Poi mi ha chiesto “come va lo studio di consulenza del lavoro?”. Non sapeva dei miei cambiamenti e che da sei anni oramai mi occupo di altro. Non è stato facile spiegargli in poche battute il mio nuovo lavoro. Ma ha detto che vuole saperne di più e che mi chiamerà presto.
Il primo grado delle nostre conoscenze – ovvero, la rete di amici, familiari e colleghi che già esiste nella nostra vita (e non dobbiamo fare alcuno sforzo per costituirla) – rappresenta il nostro sistema base di passaparola. Dobbiamo solo assicurarci che le persone abbiano le giuste informazioni su di noi.
Una volta fatto questo, la rete deve essere estesa e rafforzata. E internet permette di farlo in modo veloce e senza costi. Facebook, Twitter, Linkedin sono solo alcuni dei social media a cui possiamo accedere per aumentare le connessioni, conoscere nuova gente, metterci in contatto con i gradi superiori del nostro sistema relazionale.
Il blog aiuta, perché offre delle buone ragioni (i contenuti) per agganciare i navigatori e trasformarli in amici lettori.
3. Terza buona abitudine: la nicchia
A settembre, con l’aria fresca, conviene prendere l’abitudine di ragionare per segmenti specifici di mercato: le nicchie.
Il web design è un settore molto competitivo. E quando un settore è molto competitivo si innescano strani meccanismi di sopravvivenza. I pezzi scendono, i clienti ne approfittano. E alla fine ci ritroviamo coinvolti in una specie di guerra dei poveri che non fa bene a nessuno.
Scegliere una nicchia (o anche crearla) significa tirarsi fuori dalla mischia, specializzarsi in un settore specifico e avere clienti selezionati disposti a pagare anche di più. La specializzazione è un valore aggiunto, e come tale viene percepito dal mercato di nicchia.
4. Quarta buona abitudine: i prezzi
Il prezzo è un argomento antipatico. Spesso è causa di sofferenze, di privazioni, di sacrificio. È come se tutto l’universo di un freelancer, le sue parole, i suoi propositi e persino il suo talento, sparisse all’improvviso, come sbuffo di un corpo fumoso che si dirada nell’immenso, nel momento in cui sul tavolo della trattativa sopraggiunge, ingombrante, la parola prezzo.
Il prezzo ci permette di acquisire un cliente, ma anche di perderlo. Di avere un buon margine di guadagno, ma anche di rimetterci. Di avere un posizionamento importante, ma anche di finire nel baratro di chi offre servizi a quattro soldi e si accontenta di poco.
Settembre impone una riflessione sul prezzo. E il mio consiglio è di partire da questi tre spunti:
- Trasparenza: il cliente deve sapere perché paga una certa somma.
- Protezione: il prezzo deve proteggere il nostro lavoro e garantire il giusto guadagno.
- Flessibilità: il cliente che non dispone di una liquidità immediata o che non voglia sacrificarla su due piedi per un freelancer che conosce poco, potrebbe essere acquisito con soluzioni flessibili di prezzo (es. pagamenti mensili, acconto e saldo, provvigioni sui risultati del progetto etc.)
5. Quinta buona abitudine: la crescita
È stato dimostrato che la differenza principale tra un uomo che si aggiorna, legge libri, frequenta seminari etc. e uno che si limita a vivere sulla base di ciò che ha già appreso e imparato non sta tanto nel maggior numero di nozioni tecniche, quanto piuttosto nelle idee e nello slancio creativo che ne deriva.
Un uomo in formazione continua è un uomo che cresce a una velocità molto più che proporzionale rispetto alle informazioni che acquisisce, perché oltre ad aggiungere nuovi elementi cognitivi al suo background, modifica volta per volta la sua visione del mondo e la sua capacità di interpretare le grandezze e i fenomeni. Cresce il suo senso di efficacia, va incontro agli eventi e crea il suo destino.
Questo spiega perché molti freelancer, con il moltiplicarsi della conoscenza, non siano finiti per essere solo dei grafici, dei developer o dei copywriter più bravi, ma abbiano intrapreso percorsi innovativi di grande successo, ponendosi all’attenzione degli altri come dei veri e propri punti di riferimento.
Settembre è il mese migliore per prendere questa buona abitudine.
Conclusioni
Una vecchia massima dice che se fai quello che hai sempre fatto, ottieni ciò che hai sempre ottenuto.
Nessuno ci impone di cambiare. Solo noi possiamo decidere di farlo. Ma per farlo, per avere risultati diversi, qualora ne ravvisassimo l’urgenza, servono nuove abitudini.
Le abitudini sono comportamenti ripetuti nel tempo. Ne abbiamo a centinaia. Fanno parte della nostra natura. E la buona notizia è che si possono acquisirne delle altre, così come si possono disimparare quelle che non servono o rendono più complicato il nostro sistema di vita e di lavoro.
Quelle che abbiamo visto qui sopra (scrivere un blog, curare i rapporti etc.) sono fondamentali per un freelancer che voglia avere una buona reputazione. Alcune, forse, fanno già parte del complesso delle buone abitudini di molti web designer freelance.
Io, per esempio, scrivo ogni giorno, ragiono per nicchie di mercato, amo leggere e compro la media di due libri a settimana. Ma devo ammettere che non curo molto bene la mia rete di conoscenze.
E voi? Quali abitudini, tra quelle indicate, fanno già parte della vostra vita? E quali invece no?
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