Ricordati di me
“Marketing e psicologia guidano il nuovo modo di concepire le “campagne promozionali “, manipolando il design grafico, fonetico e spaziale così da garantir loro una maschera pulita con la quale ingannare gli ingenui inquilini del cervello, bussare, farsi aprire, non uscire più. Fioccano così campagne pubblicitarie sempre più spregiudicate , dove abbattere tabù non è più figlio d’un ideale rivoluzionario ma di un interesse economico”.
“Ricordati di me”: una canzone, poi anche un film, ma all’origine di tutto un appello imperativo, ossessionato od ossessionante a seconda del farne oggetto o dell’esserne soggetto.
Può capitare di sentirlo al culmine d’un addio, tra supplica e speranza; od anche in un diverbio, minaccioso e incandescente; capita, il maggior numero di volte, sordido ed imbonitore, sotto mentite spoglie di ” pubblicità “; quegli intramezzi televisivi o cartellonistici rimasti, nell’immaginario collettivo, alla romanzesca idea di “carosello” ma, con l’inasprirsi della competizione tra singole nicchie di mercato (ormai globale), divenuti specchio dell’ “anima” venduta, del commercio, al dio denaro, che opera contrapponendo, all’ingenuità’ altrui, mezzi equivoci e subliminali pianificati con l’unico fine di attecchire tra le pieghe nascoste della psiche umana per insufflarle un ordine semplice: “comprami”, che nel tempo diventa voglia, bisogno, necessità che si manifesta a comando, tramite un’immagine, un colore, una parola, una forma: Marketing e psicologia guidano il nuovo modo di concepire le “campagne promozionali”, manipolando il design grafico, fonetico e spaziale così da garantir loro una maschera pulita con la quale ingannare gli ingenui inquilini del cervello, bussare, farsi aprire, non uscire più.
Sapevate che? Il fisiologo russo Ivan Pavlov (1849 – 1936, premio Nobel per la medicina), introdusse negli a fine ‘800 il concetto di Condizionamento Classico, dove per condizionamento intendiamo una generica influenza sul comportamento di un individuo in funzione di quel che è accaduto in passato; egli osservò come, nel comportamento di un cane, associare per un certo numero di volte la presentazione della carne ad un suono di campanello, determinava un riflesso condizionato per cui, il solo suono del campanello determinava la salivazione nel cane. Lo stesso principio viene impiegato dai pubblicitari quando cercano di associare una risposta piacevole alla vista dei loro prodotti, accoppiandoli ripetutamente con gli stimoli che già producono questo tipo di risposte; ad esempio una marca di profumo a scene erotiche.
E che… Burrhus Skinner, teorico del “condizionamento operante”, ipotizzò nel suo romanzo “Wolden Two” una società gestita da ingegneri del comportamento che grazie a meccanismi di condizionamento erano in grado di creare una società “migliore”.
Se dopo un video porno trash la “aggettivo a scelta” Paris Hilton potrà permettersi di vivere di rendita, ma della sua, non più quella del nonno; Se dopo carcere, scandali ed eccessi, Corona Fabrizio è citato da Wikipedia come “imprenditore e showman”, ed alza “il grano” non in campagna ma sugli scaffali dei negozi d’abbigliamento; Se Kate Moss, dopo esser stata chiamata Cocaine Kate, è più pagata che mai; Se… e di esempi se ne potrebbero far tanti, se ciò accade, non accade certo a caso.
Sapevate che? «La memoria usa come strumento di lavoro l’associazione di idee con cui lega l’informazione attuale con qualche altra informazione già presente nella nostra mente.
E che… Il processo di associazione è generalmente sub/conscio, lo dimostra come alle volte la vista di un certo oggetto, forma, colore, suono ci porti a pensare una frase del tipo: “Questa cosa mi ricorda…” prova saliente che qualche tempo prima qualcosa è stato associato, a livello sub/conscio, con ciò che ci stà di fronte attualmente […] la forza con cui una informazione viene memorizzata è in proporzione a quanto la stessa riesce ad impressionare il nostro io. L’immagine deve perciò essere il più assurda possibile per suscitare nel nostro io quello che potremo definire l’interesse per l’insolito, per il proibito, e trarre da questo interesse la motivazione perché la registrazione venga fatta con una certa intensità» (Daniel Langleben, Università della Pennsylvania School of Medicine).
Fioccano così campagne pubblicitarie sempre più spregiudicate, dove abbattere tabù non è più figlio d’un ideale rivoluzionario ma di un interesse economico. Dacché, volutamente, caduti i freni etici, l’intento nascosto di ogni immagine, ogni parola, forma, suono, all’interno di un messaggio pubblicitario, non è più volto a convincere lo spettatore della bontà del prodotto, ma tende solo e soltanto a suscitar stupore, o sdegno; proteste o complimenti divengono facce delle stessa medaglia: non importa come, purché se ne parli, purché ce ne si ricordi.
Sapevate che? «È stato provato che la mente ha più facilità a registrare delle immagini se queste hanno delle determinate particolarità. Dalle indagini fatte al proposito si è potuto stabilire che le immagini sono memorizzate più facilmente se: Gli oggetti sono esagerati nelle dimensioni; L’immagine è assurda nel suo contenuto; Gli oggetti formano qualcosa di immaginario ed irreale; Gli oggetti sono in movimento; Gli oggetti sono colorati a tinte forti (Daniel Langleben, Università della Pennsylvania School of Medicine) […]
Video 1 – Spot Campari Red Passion 2005. Messaggio ed azione scollegati dalla natura del prodotto e ricondotti allo slogan “Red Passion”, che fa riferimento al colore del prodotto associato al termine accattivante “Passion”. Attenzione all’associazione bicchiere – labbra – colore labbra – colore prodotto. Il “sapore del proibito” viene esaltato dal pezzo clou colonna sonora di “Eyes Widw Shut” (S.Kubrick).
Video 2 – Spot Martini 1998. Scelta del bianco e nero come da etichetta del prodotto; Il protagonista evidenzia l’immagine “labbra” associata all’assunzione del prodotto (che appunto si beve). Il marchio dello sponsor appare chiaramente solo al momento di bere, e poi, con massima evidenza, proprio “lì”, quando l’abitino di Charlize Theron induce lo spettatore a guardare proprio”lì”…
E che.. […] Il colore è infatti un forte mezzo di comunicazione. Conoscerne il simbolismo e i significati vuol dire avere dalla propria parte uno strumento in più per far leva sul target. Il colore, infatti, agisce a livello del subconscio stimolando il desiderio di soddisfazione di un bisogno (Max Lusher – Psicologia del Colore)».
Video 3 – Spot Campari 2009. Il colore del prodotto (rosso-arancione) ricorre ovunque, anzitutto nelle labbra dei due protagonisti, colti appositamente in primissimo piano. L’ambiente evoca atmosfere tropicali, assolate (ombrelloni, cappello della ragazza), calde (sole su serrande, sempre rosse, chiuse) che producono voglia di refrigerio, alché si materializza per tre volte (in corrispondenza di tali sensazioni) il primo piano del prodotto (associato al ghiaccio). Lo “shot” finale è l’immagine di una ragazza, in abito scuro, labbra rosse, prodotto di color rosso in mano, portone rosso. Da notare come il piano d’azione sia invertito, la ragazza entra con l’orizzonte di fronte ma cammina con l’orizzonte alle spalle…
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